Presentazione
Il planetario di Ravenna è stato inaugurato il 1 giugno 1985. E’ immerso nel verde dei giardini pubblici, fra il viale che conduce alla stazione ferroviaria e la Loggetta Lombardesca ed è tutt’oggi una meta didattica e turistica molto apprezzata.
Fra le antichissime cupole delle chiese, Ravenna ha visto crescere una cupola di metallo sotto la quale si rinnova continuamente la meraviglia del cielo stellato: il Planetario, che coi suoi moderni meccanismi si inserisce armonicamente nel tessuto storico e culturale della città, ultimo anello di un discorso storico iniziato qui molti secoli fa.
L’idea di rappresentare il cielo stellato è antichissima e costante nei mosaici di Ravenna: entrando nel Mausoleo di Galla Placidia lo splendido soffitto in mosaico del V secolo ci appare come un planetario rudimentale, uno strumento costruito dall’uomo per catturare il cielo e per averlo sempre a portata di mano: le stelle dorate sono disposte in cerchi che si allargano verso l’esterno quasi a voler significare la profondità del cielo, simboleggiato dallo sfondo azzurro. All’interno di Sant’Apollinare in Classe la grande croce gemmata dell’abside emerge da un tappeto di stelle, mentre in Sant’Apollinare Nuovo il famoso fenomeno di Natale è rappresentato da una stella che richiama ad una interpretazione scientifica dei fatti osservati: l’autore ha voluto cioè offrire un’attenta osservazione scientifica al di fuori di chiavi di lettura superstiziose o mistificatorie.
A Ravenna sono tante anche le presenze significative che hanno dato continuità al discorso astronomico: partendo da Dante, intimamente legato alla città, il cui viaggio attraverso i regni dell’oltretomba nella Divina Commedia è scandito da tantissimi eventi astronomici, per arrivare ai globi celesti di Vincenzo Coronelli (1650-1718), uno dei quali conservato presso la Sala delle Scienze della Biblioteca Classense. Alla fine del 1660 fu a ravenna, dove poi morì, il monaco cappuccino Antonio Schyrleus de Rehyta, una figura di grande rilievo nella storia dell’astronomia: fu costruttore di strumenti ottici innovativi e il primo a redigere una mappa della Luna; si racconta di lui che abbia costruito una macchina per rappresentare i movimenti dei pianeti attorno al sole.
Il Planetario di Ravenna è dotato di una cupola di 8 metri di diametro, sotto la quale trovano posto fino a 56 spettatori per conferenze e lezioni.
Tramite una scala si accede a una terrazza che permette osservazioni del cielo con un campo meno penalizzato dalle chiome degli alberi.
Sul lato sud dell’edificio si trova un grande Orologio solare: un quadrante e due meridiane grazie ai quali è possibile ricavare l’ora e altre indicazioni astronomiche.
Sul lato ovest Sul lato ovest è posizionato un Cerchio di Ipparco che permette di conoscere il momento dell’equinozio. Normalmente qui si effettuano le osservazioni pubbliche del cielo e del sole.
Sul lato est si notano le finestre della sala convegni e la terrazza.
Scriveva il pittore a poeta Ardengo Soffici:
“Nessuno ha mai inventato un Planetario che faccia apparire vecchio il cielo”. In un’epoca in cui gli effetti della presenza umana si fanno sempre più evidenti in senso negativo sono assai rari i luoghi in cui si può godere il cielo in tutto il suo splendore.
Sotto un Planetario lo spettacolo della volta celeste stellata si rinnova continuamene e restituisce emozioni dimenticate.